09/06/2022

“Di tutti i vertici europei degli ultimi due decenni, quello del 23 e 24 giugno rappresenta un passaggio strategico per il futuro dell’Unione Europea per le questioni in agenda da affrontare, rese urgenti e indifferibili per gli effetti devastanti della guerra russo-ucraina. In primis, le questioni energetiche, alimentari, dell’immigrazione, di sostegno alla resistenza ucraina, di finanziamento di ulteriori misure anti-crisi e di investimenti, attraverso anche la predisposizione di un nuovo Recovery Fund. Senza tralasciare le annose questioni istituzionali: le nuove adesioni, la difesa comune e, non da ultimo, la programmazione delle procedure per la modifica dei trattati istitutivi, a partire dal superamento di quel principio dell’unanimità, che rischia, anche a causa delle nuove adesioni, di condannare l’Unione alla totale impotenza e al fallimento. Non ci si illude su soluzioni immediate, ma si auspicano risposte concrete e fattibili, calate in chiare linee di indirizzo, sulla soluzione delle diverse questioni in campo. Molto dipenderà dalla forza delle leadership dei capi di governo e, in particolare, dalla compattezza politico-parlamentare e governativa di ciascuno. Una condizione, che appare, allo stato, di grande fragilità, e non solo per l’Italia. Ecco perché Unimpresa si augura, da settimane, che la risoluzione parlamentare del 21 giugno, di approvazione della politica estera del governo Draghi, sia la più coerente e inequivoca possibile, senza contorsionismi verbali, pasticci e mediazioni al ribasso. Altrimenti Draghi sarà costretto a presentarsi al vertice da dimissionario o, in un’alternativa, altrettanto debilitante, come un’anatra zoppa” lo ha dichiarato, in una nota, Raffaele Lauro, segretario generale di Unimpresa.

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