02/10/2021

Nostra intervista esclusiva allo scrittore Raffaele Lauro, biografo della grande artista

Venerdì 8 ottobre, alle ore 11.00, sarà reso omaggio alla tomba della famosa danzatrice Violetta Elvin Prokhorova, vedova Savarese, che riposa accanto all’amato marito Fernando, presso il Cimitero di Santa Maria della Neve, in Massa Lubrense – Sant’Agata sui Due Golfi. Parteciperanno il figlio Antonio (Toti) e i Signori Sindaci di Vico Equense, Andrea Buonocore, e di Massa Lubrense, Lorenzo Balducelli, nonché gli estimatori della grande artista scomparsa, di Vico Equense e della Penisola Sorrentina. L’accademico professor Salvatore Ferraro terrá l’elogio funebre e lo scrittore Raffaele Lauro, biografo di Donna Violetta, con il romanzo “Dance The Love - Una stella a Vico Equense”, ne ricorderà la figura, umana e artistica.

Perché, professor Lauro, ha voluto organizzare questo omaggio a una stella della danza mondiale, come Violetta Elvin Prokhorova, protagonista di uno dei suoi romanzi biografici più coinvolgenti?

Non ho potuto partecipare ai funerali di Donna Violetta. Avevo un debito morale e di riconoscente affetto verso di Lei, che assolverò con questo omaggio.

Cosa le rimane di questa donna, oltre la fama passata di artista del balletto?

Molto, moltissimo. Un simbolo insuperabile di amore non solo per l’arte, ma, soprattutto, per la libertà e per la bellezza della Natura. Una messaggera d’amore. Un ponte tra le culture, tra mondi diversi. Un’icona di grazia, un fiore immortale tra gli olezzanti fiori di Vico Equense, dove si rifugiò, per amore e per sempre, dopo aver abbandonato la danza, al culmine del successo, a Londra, nel Royal Ballet di Covent Garden.

Come è venuto a conoscenza della sua storia? Bellissima la cover del romanzo!

Rispondo prima sulla cover: gli elementi della composizione e l’utilizzo della prospettiva consentono di leggere, in un attimo, la complessa parabola, umana, esistenziale e artistica, della protagonista del romanzo: il dorato splendore della facciata del Teatro Bol’šoj di Mosca, dove Violetta nasce all’arte di Tersicore; la silhouette di Violetta, mentre danza, a Londra, al culmine del successo, e il profilo di Vico Equense, luogo dell’anima.

Come l’ha conosciuta, allora?

Confesso di aver avuto, negli anni sorrentini, solo una vaga cognizione della presenza di Violetta Elvin Prokhorova, a Vico Equense. Cercavo un personaggio che amasse o avesse amato la nostra terra, come Lucio Dalla. Devo al professor Salvatore Ferraro di Vico Equense, che terrá l’elogio funebre, parente, amico e maestro, la chance di essere ricevuto subito dall’anziana e giovanile artista. Mi precipitai da Roma e mi innamorai subito di donna Violetta, una donna affascinante, elegante, raffinata, lucida e informata sull’attualità politica.

Come ha vissuto le sue giornate a Vico Equense un’artista di questo livello, abituata ai palcoscenici e agli applausi nei maggiori teatri lirici del mondo? Ci puó dare un flash della sua vita quotidiana?

Nell’amore per il marito Fernando, con il quale viaggiava molto, e per il figlio Toti. Nella riservatezza più assoluta e nella discrezione, sempre con la stessa dinamica quotidiana, specie dopo la scomparsa del marito. La giornata di donna Violetta aveva i ritmi di quella di una star. Andava a letto tardissimo.  Dormiva fino a tardi, nel suo sancta sanctorum, la stanza da letto. Leggeva i giornali e parlava, a telefono, con altri miti della danza, suoi amici, che la tenevano informata anche sugli artisti emergenti. Non riceveva mai prima del tardo pomeriggio. Le mie interviste, per il romanzo, sempre dopo le 17.  Non prendeva mai l’ascensore e saliva tre piani di scale a piedi. Di prima sera, anche con pioggia e vento, faceva una passeggiata, da sola, per il centro storico di Vico Equense, riverita dai pochi che la riconoscevano. Si manifestava come un’apparizione  magica!

Donna Violetta è mai tornata in Russia?

Sì, un lungo viaggio, credo quindici anni fa, nella madre patria russa, nei teatri storici, a Mosca e a San Pietroburgo, invitata alla celebrazione di un suo grande partner del balletto russo. Fu acclamata e festeggiata pubblicamente e privatamente. Me ne parlava con gli occhi lucidi

Come la ricorderà venerdì prossimo?

Come una persona indimenticabile, con, nel cuore, tre grandi legami affettivi: la terra della danza (la Russia), la terra della libertà e del successo (l’Inghilterra) e la terra dell’amore, dell’arte e delle bellezze naturali (l’Italia).

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