25/05/2020

Nel cosiddetto decreto-legge economico “Cura Italia”, ribattezzato “Ammazza Italia”, era stato previsto il divieto di licenziamento, anche per giustificato motivo, come la crisi d’azienda. Nel cosiddetto decreto “Rilancio”, ribattezzato, per i continui rinvii, “Ritardo”, il divieto è stato prorogato fino al 17 agosto 2020. Ma il decreto è stato pubblicato il 19 maggio. Quindi si è creato un vuoto normativo di due giorni. Nella norma di proroga si è tentato di coprire quel vuoto con la dicitura dei “cinque mesi”. Ma siamo certi che nessun furbastro si sia infilato in questo vulnus normativo. Magari non le medie e grandi imprese, che necessitano di procedure più lunghe per eventuali licenziamenti. Qualcuno, che so, il ministro del Lavoro, o qualche solerte sindacato, si è fatto carico di individuare i probabili casi? Chiaramente gli eventuali licenziamenti sarebbero da considerare nulli. Qualcuno, comunque, tra governo e parlamentari, si ricorderà, con un emendamento ad hoc, di coprire, con esplicita chiarezza, questo vuoto normativo, in un ambito delicatissimo, come la tutela del proprio posto di lavoro? Ai posteri l’ardua sentenza! Raffaele Lauro (Roma, 25 maggio 2020 - www.raffaelelauro.it)

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