La trilogia della vita è un triplice elogio: alla vita (Il Progetto), all'eros (La Crociera) e alla morte (La Condanna). Ciascun romanzo ha una sua autonomia narrativa, pur rinviando il lettore agli altri due. Tre storie e tre protagonisti emblematici del terzo millennio: Barbara Stein, Pascal Lambert e Milton Crois.

Barbara, ricercatrice statunitense, premio Nobel per la medicina del 2040 per gli studi sull'applicazione delle terapie geniche, è riuscita a debellare malattie mortali, come il cancro e l'AIDS. Agnostica, Barbara ha una fiducia illimitata nella scienza, come il padre Kenneth, accusato d'essere fautore dell'eugenetica. Simbolo internazionale del nuovo ruolo protagonistico della donna, dotata di bellezza, di fascino e di ricchezza, Barbara si spinge a progettare, con l'aiuto dell'ingegneria genetica, un figlio, David. Nelle intenzioni della madre, David dovrà essere l'erede e il continuatore della dinastia degli Stein, anche nell'alleanza con la più grande multinazionale farmaceutica. Geniale studente e magnifico sportivo, anche esteticamente David corrisponde al progetto materno, fino alla brillante conclusione, a soli vent'anni, degli studi di medicina. Senza alcun preavviso alla madre, abbandona il futuro scientifico e sceglie di andare a servire i poveri più poveri del mondo, nel nord del Kenia, dove si muore ancora di morbillo e di tubercolosi. E' la prima sconfitta. La seconda si preannunzia a Barbara con l'arrivo del figlio malato dall'Africa, perché affetto da un virus sconosciuto. La disperata battaglia nei laboratori della clinica di Cleveland, da lei diretta, si chiude con la resa di Barbara Stein. Sul letto di morte, David, la cui breve vita è stata un atto di amore, trasforma quella doppia sconfitta della madre in una doppia vittoria.

I limiti dell'ingegneria genetica, i pericoli dell'eugenetica, il rapporto tra scienza e fede, la fallace fiducia in una scienza senza i confini della morale: questi i temi che attraversano una vicenda narrativa ricca di emozioni e di intensa spiritualità.

La copertina è della designer Fulvia De Vito.

Ralph Lorbeer è la traduzione in tedesco di Raffaele Lauro.