Angela Lauro. Testimone di vita nuova

Gloria Dei homo vivens, gratia Dei. L’uomo vivente, per grazia, è espressione della gloria di Dio.

Angela è stata una fedele testimonianza di questa realtà, in un cammino luminoso di vita terrena che a distanza di tempo continua a rischiarare le tenebre non per una sentimentale memoria, ma per la ricchezza di contenuti che sono “lampada ai miei passi”.

Testimonianza di amore per l’altro, tacita o espressa, ma sempre protesa a farsi compagna di vita, materna presenza, delicata trasparenza di affetti.

Oggi, e di giorno in giorno sempre più, viviamo dentro la prigione della trascuratezza dell’io e della limitazione dell’autocoscienza di sé; egoismo, chiusura, rifiuto a partecipare alla sofferenza dell’altro, costruzione vuota di contenuti di un sistema di soddisfazione della istanza alla felicità.

L’altro ci è estraneo, l’altro non è per noi l’espressione di una creatura voluta dal misterioso disegno di Dio, così come è stato per noi, l’altro non è da noi vissuto come dono che ci è stato dato per completare la nostra dimensione umana.

Angela Lauro è stata investita dalla Grazia di Dio, umile serva ad immagine della Vergine Madre figlia del suo Figlio, non ha fatto calcoli, non si è addentrata nei percorsi filosofici; ha fatto la scelta d’essere prossima a chi incontrava, per sostenerlo, aiutarlo, comprenderlo, esaltando la sua maternità in una dimensione più grande dell’ambito familiare.

Ha passato grandi prove conservando la serenità della retta coscienza, ha dato agli altri tutta sé stessa con la consapevolezza di dover essere caritatevole verso tutti nutrendosi di fede e di speranza.

Da quando l’ho incontrata per la prima volta sino agli ultimi giorni ho percepito sempre la presenza di una ricchezza spirituale che portava Angela a donare senza riserve, a farsi dono di sé agli altri.

Ti sedevi accanto a Lei e raccoglievi le sue confidenze, dettate da una certezza interiore, coglievi quanta capacità di soffrire in silenzio, un silenzio nutrito di speranza, imparavi da Lei la carità paziente e come si possa partecipare alle sofferenze degli altri con misericordia grande.

Il suo rapporto con l’infinito era un seme nella terra, dentro la carne, senza cedere alla reattività che dissocia l’affezione dalla ragione; forse senza mai avere letto Terkovskij, ne aveva assorbito la denuncia “da tempo l’uomo ha bruciato la bisaccia ed il bastone del viandante e non ha più la capacità di esprimere la domanda. La dimora dell’uomo non è più l’orizzonte, ma il nascondiglio dove non può incontrare nessuno e comincia quindi a dubitare del significato della sua esistenza”.

Angela è sempre stata il viandante che conosce la strada seguendo la quale si arriva alla meta, meta di completezza dell’umano e quindi di libertà intesa come capacità di corrispondenza, come capacità di giudizio della realtà, come energia creativa che fa emergere il rapporto tra le realtà ed il cuore dell’uomo definendone l’identità.

Vladimir Soloviev nel racconto dell’Anticristo scrive “L’imperatore si rivolse ai cristiani dicendo “Strani uomini voi siete, ditemi dunque voi stessi, abbandonati dalla maggioranza dei vostri fratelli e capi: che cosa avete di più caro nel Cristianesimo? Allora si alzò in piedi lo starets Giovanni e rispose con dolcezza “Grande sovrano! Quello che noi abbiamo di più caro nel Cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacchè noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità”.

Di questa pienezza è vissuta Angela, fedele alla missione che il Mistero Le assegnò, certa della fedeltà di Dio.

La sua vita , la storia della sua vita richiama i credenti ed i non credenti alla lettera a Diogneto che la Chiesa ci ha riproposto nel Mattutino del 12 maggio. I cristiani non si differenziano dal resto degli uomini né per territorio, né per lingua, né per consuetudine di vita, ma si propongono una forma di vita meravigliosa, incredibile. Trascorrono la loro vita sulla terra, ma la loro cittadinanza è quella del cielo; abitano in questo mondo, ma non sono del mondo, pellegrini in viaggio verso l’incorruttibilità celeste.

Ecco il ritratto di Angela ed è per questo che sentiamo viva la sua presenza in mezzo a noi.

Ancora ci dice che è bello seguire la sua strada di fede, che L'altro deve essere guardato con la stessa tenerezza, con lo stesso amore, con cui i discepoli seguirono il Cristo perché Lui solo era la Via, la Verità, la Vita.

E non dimentichiamo, non possiamo dimenticare, che dalla natura discende il terrore della morte, dalla Grazia l’audacia, l’affermazione di uno scopo che ci consente d’essere più liberi, più grati, più umani.

Grazie ancora Angela. E così sia.