«Unimpresa auspica un alto senso di responsabilitá, evitando guerre fratricide, da parte di tutte le forze politiche e del parlamento in seduta comune, nella scelta del nuovo presidente della Repubblica, che sia non di parte, ma garante di tutti, qualora il presidente Mattarella ritenesse, legittimamente, conclusa e non rinnovabile la missione di Capo dello Stato». Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Anche se con calcoli e imperscrutabili pensieri, quasi tutti i leader della cosiddetta maggioranza di unitá nazionale hanno finalmente riconosciuto pubblicamente la necessitá che il premier Draghi resti alla guida del governo fino al termine della legislatura, nel 2023, per assolvere al mandato che, in via straordinaria, gli è stato affidato dal presidente della Repubblica, su due principali obiettivi emergenziali: la gestione della pandemia, tutt'altro che domata, e quella della ripresa economica, collegata alle risorse europee del Pnrr e alla realizzazione dei relativi progetti, ancora in alto mare. Vero è che, ricordando la celebre frase di Georges Clemenceau, del 1919, di persone insostituibili sono pieni i cimiteri, tuttavia Unimpresa giudicherebbe come un suicidio politico-istituzionale l'interruzione, dopo pochi mesi, di un impegno incompiuto. Peraltro, in una situazione di crescente precarietá generale, come dimostrano il prevedibile travagliato iter parlamentare della legge di bilancio, pur contenente misure insignificanti per il rilancio delle pmi, e l'inflazione crescente, che sta aggravando le condizioni esistenziali e il costo della vita di famiglie e di imprese» aggiunge Lauro.
di Raffaele Lauro (^)
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