La madre, il teatro e la musica. Poi il legame viscerale con il mare. Senza dimenticare le vacanze e i tanti momenti vissuti in costiera. A tre anni dalla morte, Sorrento ricorda uno dei suoi «amici» più illustri: Lucio Dalla. Al cantante bolognese è dedicato, l'ultimo romanzo di Raffaele Lauro, edito da Golden Gate. Politico di lungo corso e scrittore di successo, Lauro ripercorre la parabola umana e artistica di Lucio Dalla mettendo in luce due aspetti poco conosciuti della sua vita: l'infanzia e il legame con Sorrento.
Il genio di Dalla trae origine innanzitutto dal legame di sangue e dal sodalizio «artistico» con la madre Iole Melotti. Apprezzata stilista, fu lei a iniziare il piccolo Lucio alla musica e al teatro. Per attirare i clienti e aumentare l'appeal delle sue creazioni, la Melotti organizzava numeri da avanspettacolo in apertura o in chiusura di ogni sfilata. Protagonista era proprio Dalla che, a dispetto della giovane età, già si esibiva in compagnie parrocchiali e dialettali di Bologna, ma anche in piccoli teatri cittadini.
A caratterizzare la poetica di Dalla fu anche il mare, elemento ricorrente in capolavori come «Caruso» e «4 marzo 1943». Una passione nata a Manfredonia, dove la compagnia della Melotti si trasferiva durante l'estate. Qui il piccolo Lucio ripeteva i suoi numeri sulla spiaggia, sulla scogliere e persino sui balconi.
Da Manfredonia a Sorrento, dove Dalla si esibì per la prima volta nel 1964 con la band dei Flippers e strinse amicizia con decine di persone: i titolari del Fauno Notte Club Franco e Peppino Jannuzzi; il ristoratore Angelo Leonelli che per primo gli raccontò la storia di amore e morte di Enrico Caruso; il libraio Pasquale Ruocco con la madre Silvia e la sorella Teresa; l'albergatore Giovanni Russo che gli mise a disposizione una suite dell'Hilton per completare «Caruso»; il giornalista de «Il Mattino» Antonino Siniscalchi, al quale rivelò in anteprima assoluta il titolo dell'album «Cambio». In quel gruppo c'era anche Raffaele Lauro che ora rende omaggio all'amico con un libro frutto di tre anni di ricerche: «Quest'opera scioglie un debito personale di riconoscenza e testimonia l'affinità elettiva tra me e Lucio - spiega l'autore - E soprattutto, svelando l'amore cinquantennale di Dalla per Sorrento, finora ignorato dalla pubblicistica, colma un vuoto nella sua biografia umana, intellettuale e artistica».articolo di Ciriaco Viggiano
fonte Inchiostronlie.it
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